Mileva Maric

 

Fisica serba, fu la collega di studi e successivamente moglie di Albert Einstein. Si suppone che essa abbia dato un importante contributo alle sue opere sulla teoria della relatività. Sposandosi rinunciò alla sua indipendenza di scienziata e assumendo il ruolo tradizionale di moglie, visse all’ombra del marito, di modo che non è più possibile stabilire quale sia stato il suo apporto al lavoro scientifico di Einstein.

………Un brevissimo articolo per caso letto sul Internet mi ha fatto ritornare in mente la città di Novi Sad, in Serbia….

Bellissima e triste cittadina al nord, verso la frontiera ungherese, con tre religioni, tre chiese e tre lingue…..eternamente attraversata da silenzioso gigante Danubio….dicono che è bella perché sottole sue mura insuperabili i Turchi hanno subìto l’ultima sconfitta iniziando la lunga agonia e declino dell’Impero Potente ma non abbastanza da superare quest’ostacolo…….Ricordo l’ultima volta quando ho passeggiato lungo le vie alla periferia, che diventavano sempre più piccole più si stendeva la pianura di Panonia…all’infinito………Sembrava che il mondo diventasse sempre più piccolo – e la teoria di relatività di Albert Einstein trovasse una delle sue numerose conferme anche nelle viuzze buie e strette….anche perché….forse, in attesa della cena, Albert si fermava, forse,proprio sotto quel lampione arrugginito, pensando alle Sue Nebulose e Teorie…..mi sembrava come se dovesse uscire da questa viuzza il Professore distratto, salutandomi con un ABEND, per poi proseguire, grattare il naso con l’indice e poi scrivere le Sue equazioni sul muro della casa al fianco…….Eh si……….

Perché, solo due case più avanti viveva Mileva Maric, la figlia del commerciante, una ragazza con lo sguardo profondo e sognante, la seconda moglie di grande Albert, e dove il Professore distratto ha alloggiato più di una volta, in Via Kisacka numero 20.

Quando ho sentito la loro storia, ho sfogliato tantissimi libri cercando una sua foto, immaginandola una ranocchia come solo le professoresse di matematica possono essere….Alla fine, dall’enciclopedia sbiadita, mi guardava il portrait malinconico con la camicetta di pizzo, rimproverandomi con la sua bellezza………

Era bella……in modo silenzioso, fuori del mondo……….

La Sua vita infelice era la canzone nella valle dei sordi………

In Via Kisacka e nelle viuzze vicine, le donne, ancor oggi, vivono sulla catena corta, i loro orizzonti sono quelli dall’orto al cancello, dal forno allo stendibiancheria……E Lei, il compleanno del 20° secolo già festeggiava a Zurigo, facendo i compiti al suo viziato Alberto, ed insegnando i giovani e promettenti svizzeri le formule matematiche perché nessuno dei loro connazionali non erano in grado di farlo…

Ha cavalcato troppo lontano dalla Sua tribù, come una giovane scout, l’orizzonte del Futuro la chiamava con il suo magnetismo azzurro…….lungo la Sua strada cadevano tutti i ponti pendenti……..per sempre………irrecuperabilmente……………

E Lei è stata punita per questo Suo coraggio pazzo. Punita, perché l’Orizzonte continuava ad allargarsi mentre Lei , per sempre, vagava nelle steppe della Solitudine.………..

Nella Sua casa a Novi Sad, ora vive altra gente, nella Sua tribù il Conto è ancora la matematica più alta……….

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